martedì 14 dicembre 2010

il ritratto di dorian gray...



A qualche centimetro dai capelli volano petardi e lacrimogeni, a stento riesci a scansare qualche pietra, qualcuna ti prende impreparato, qualcuno ti urla contro, un casco blu col manganello in mano risponde, attacca e a volte si protegge, un ragazzo corre col viso insanguinato, un'auto incendiata vola sulla gente, le camionette distrutte, puzza di spari, polvere, nebbia, a stento distingui le sagome di chi corre senza una meta, di chi cerca riparo, di chi con rabbia agisce, calpesti vetri, gli allarmi rimbombano nell'aria, le sirene stridule sottolineano la strage, sei circondato e solo, la giungla.
E' tutto sbagliato, è tutto senza un perché, è tutto confuso e così maledettamente ingiusto, qui fuori è uno schifo, li dentro è uno schifo, non sai cosa devi fare, non sai se c'è una soluzione, non vedi possibilità, non sogni futuro.
Dove stanno i buoni? Esistono i buoni? Chi sono i cattivi?
E c'è un mondo qui fatto di chi cerca qualcosa da poter offrire, qualcosa da poter vendere in cambio di qualche certezza, di un po' di futuro, c'è un mondo qui che non sogna più, che non crede più nelle proprie capacità, c'è un mondo qui che è terrorizzato perché non potrà mai chiedere aiuto a qualcuno che può!
Ci sono donne che non si adatteranno mai a prostituirsi, ci sono uomini che preferirebbero morire pur di non elemosinare un posto di lavoro, ci sono bambini che ancora hanno bisogno della loro infanzia, ci sono mamme che vorrebbero poter essere mamme e donne allo stesso tempo, ci sono ragazzi che vorrebbero solo conoscere e imparare, ci sono ragazze che sognano una famiglia, ci siamo noi soli e persi in questa nebbia, in questo fumo, tra le fiamme e gli spari di un mondo che non ascolta.
Ci siamo noi, mentre la vita ci scivola lentamente addosso, con le nostre delusioni, ci siamo noi che ci domandiamo se la nostra vita si ridurrà a una sporca compra-vendita di favori, con il terrore che un giorno saremo costretti a dimenticare ciò in cui crediamo per indossare un vestito, una cravatta, una camicia e quel viscidume che ci riempirà le tasche e ci svuoterà l'anima, tanti dorian gray pronti a nascondere il proprio ritratto!
Questa non è piazza del popolo oggi, questa è la nostra vita, oggi, domani, e per chissà quanto tempo ancora...

mercoledì 10 novembre 2010

il mestiere di vento...



e dite pure al vento che lo invidio... dite pure al vento che vorrei essere dove mi pare ed esserci quando mi pare, ditegli che vorrei trasportare le cose, cambiarle, spostarle quando mi và...
dite al vento che vorrei essere scirocco sulla pelle di chi è solo e stanco senza nessuno che gli riscaldi il cuore, vorrei essere scirocco per dar sollievo a chi ogni sera ha come tetto un cielo, vorrei piano accarezzare il viso di chi ancora percepisce il dono di una lieve e intensa carezza!
ditegli che vorrei essere un vento gelido per chi ha bisogno di refrigerio dopo le fatiche di una dura salita, vorrei essere così gelido da far tremare, vorrei contagiare l'uomo di brividi, forti, intensi, quelli per cui battono i denti, quelli che ti fanno sentire vivo!
dite al vento che vorrei essere così indispensabile da entrare dritto nei polmoni, di entrarci senza sbagliare strada, di entrare e sentir vibrare come in un arpa ogni cellula, e scovare ogni angolo della persona!
dite al vento che vorrei accompagnare le notti col mio dolce fischiare, e vorrei spaventare quando sono incazzata... avere la forza di sfasciare una casa, di sollevare un tir, di radere al suolo un'intera città...
dite al vento che lo invidio quando porta con se i profumi più nascosti della natura, li porta e li condivide col mondo...
dite al vento che vorrei riuscire ank'io a stanare nei posti più nascosti i più piccoli granelli di sabbia per renderli importanti, per dargli la possibilità di sentirsi leggeri e volare..
e amo quel suo dolce raccogliere i sogni di tutti, le note ed i suoni di ogni sospiro, le speranze e le emozioni di ogni respiro...

dite al vento che vorrei fare il mestiere di vento...

mercoledì 20 ottobre 2010

ai tepori di un tempo passato



... il fuoco bruciava lentamente, consumava la legna, la brace aumentava, il calore si diffondeva nella stanza. Lo scoppiettare della legna si mescolava al rumore della pioggia che batteva sui vetri... illuminati come in un tramonto, avvolti in uno splendido tepore, assaporando la quotidiana sensazione di casa! Lei, col viso stanco, le rughe a delineare i contorni, a raccontare una vita di sacrifici, le mani non filavano più la lana, le guance non erano più paffute come un tempo... lei era lì, un ricordo sfocato il suo, ricordo quel respiro affannato che dava il tempo ad ogni suo passo, ricordo le dolci carezze di una nonna... Affianco a lei una sorella, serena in volto, assente da ogni discorso, lontana da ogni situazione! Il tempo per lei si era fermato agli anni dolci del suo romanzo d'amore, vissuto in un paese lontano, tra le gioie e le scoperte di una vita insolita per le donne del suo tempo... il suo cuore infondo non aveva mai abbandonato gli anni dolci delle amicizie, delle follie, dei viaggi e delle scoperte, un legame talmente forte da non voler più udire nessun altro suono, nessun altro rumore, nessun'altra voce, nessun'altra musica... Tra tanti respiri, in un vecchio cesto si udivano le fusa di una gatta raccolta qualche tempo prima per strada, un dono insolito della natura, insolito per quella particolare umanità che la caratterizzava! come se in quel posto ci fosse sempre stata, l'aveva scelto e di quel tepore ora era parte integrante! ...

ma il fuoco si spegne lentamente, e mentre la fiamma si affievolisce il tepore diminuisce... resta la brace, un divano vuoto, un cesto con della legna, il ricordo di respiri, fusa, sguardi, carezze... il brivido del tepore di un tempo e l'amara consapevolezza che è passato, che quella casa è un po' meno casa, che sono cresciuta...

...una moltitudine di ADDII...

lunedì 11 ottobre 2010

malati di vita..

è un respiro affannato, un verso stanco, a stento qualche movimento e un album di ricordi alle spalle... a ritroso la vita... lentamente!
come una cassetta su cui registrare nuovamente, una cassetta che parte dal niente per poi riavvolgersi e tornare al niente... dove erano i primi passi ora gambe gracili troppo deboli per sorreggerti, dove i primi dentini ora labbra raggrinzite, dove le prime parole ora una serie di versi stanchi! una montagna di tutto alle spalle, una montagna di niente... e infanzia, e gioventù, e amori, e sguardi, e sorrisi, e fatiche, e traguardi, e incontri, e amici, e passanti, e nuvole, e rughe, e gioie, e... in mano niente, delle dita troppo arrugginite per afferrare, troppo deboli per stringersi in un pugno, troppo curve per accennare una carezza! in bilico tra la speranza dell'infinito e la paura del niente... in fondo siamo tutti malati terminali, malati di vita, ma senza saperne la durata esatta!

domenica 15 agosto 2010

immersa nell'anima di Dio...


La cerchi per giorni, mesi, anni, la cerchi una vita la serenità! La cerchi nella corsa sfrenata a una vita perfetta, fatta di attestati e foglietti volanti che certificano nero su bianco anni di studi ed impegno, la cerchi nella vita frenetica di ore e ore di lavoro chiuso davanti a una scrivania, la cerchi nei complimenti del tuo datore di lavoro o nelle lacrime dei tuoi genitori soddisfatti di te. Spesso la cerchi, ma nonostante tutto non la trovi! Ti poni nuovi obiettivi e vivi per qualcosa o per qualcuno, sperando che, tagliato il traguardo il premio sarà finalmente la tanto agognata serenità... Ti poni miliardi di domande sul senso della tua vita, sulla direzione più affine alla tua persona, sembra che le risposte non arrivino mai e a un certo punto scegli di smetterla di porti domande, di vivere come fanno tutti, xkè maturare e crescere significa assumersi delle responsabilità e vivere con la testa sulle spalle e i piedi ben saldi a terra... perché la vita è dura, il mondo è spietato e crudele e chi vuole sopravvivere deve farsi spazio con i denti e con le unghie! eccoci allora, preoccupati ad assicurarci un'adeguata sopravvivenza dimenticandoci di respirare a pieni polmoni, di assaporare e gustare, di vivere!
eccoci pronti a perdere noi stessi... e io... avevo perso me! Avevo dimenticato ciò che mi rende davvero felice, avevo smesso di pormi domande ma soprattutto avevo smesso di cercare le risposte! l'ho cercato, l'ho desiderato, l'ho voluto il Dukagjin... e grazie a persone fantastiche l'ho vissuto! il Dukagjin è la mia serenità, non è solo un luogo, non sono solo le valli sconfinate, le vette alte e il rigoglioso flusso del fiume! Il dukagjin è vita, è un cuore ke batte, è un silenzio ke irrompe nel cuore così tanto da stordire. Il Dukagjin respira, si nutre dell'amore e del sacrificio dei suoi abitanti, è fatica e dedizione... Il dukagjin sono gli occhi curiosi dei bambini che si fanno ore di cammino x imparare qualcosa o solo x passare un po' di tempo in modo diverso, sono le ferite delle loro mani così giovani ma già consumate dal lavoro, è la caparbietà di chi combatte per i propri semplici sogni, è la dignità di chi non chiede nulla ma fatica ogni giorno per vivere e mantenere una famiglia. Il dukagjin è quell'accoglienza che si priva del poco ke ha per donarlo agli altri... un'accoglienza che diventa quasi dono di se, che disarma... Il dukagjin è la triste scoperta di una povertà indefinibile e di una ricchezza d'animo infinita, è la determinazione di chi sceglie di partire senza certezze, inseguendo un futuro migliore! Quel piccolo scorcio di paradiso mi ha cambiata, le parole determinate di chi, nella povertà, ha le idee chiare su quale direzione vuole far prendere alla sua vita, di chi lotta ogni giorno x questo, hanno risvegliato in me la voglia di impegnarmi x realizzarmi al meglio! per scegliere e costruire da me il mio futuro. La capacità di donare e di aprirsi all'altro, così incondizionatamente, mi hanno ricordato che amare è la cosa più naturale, che ogni singolo gesto, se non è fatto con e per amore non ha nessun senso! Non so cosa sia capitato in quel piccolo angolo dimenticato dal resto del mondo, non so se sia proprio questo ke lo rende magico, questa purezza, questa totale incontaminazione umana, so che ogni suo respiro coincideva col mio, so che se chiudo gli occhi sento il fiume che scorre, vedo quell'immenso tappeto di stelle in continuo movimento... penso che quel luogo abbia un'anima e quell'anima coincida con quella di Dio!

ringrazio di cuore i miei compagni di avventura... del mio dukagjin fate parte anche voi... FALIMENDERIT...

(un ringraziamento particolare a Fedele x aver creduto in me e avermi fatto conoscere il Dukagjin e a padre Antonio per il suo esempio e per le sue parole!)

sabato 24 luglio 2010

l'arte che mi circonda...



se fosse un quadro... sarebbe uno stupendo quadro di Monet! sarebbe questo stupendo quando di Monet... sarebbe il rosa tenue e delicato, dolce, spesso discreto, timido... sarebbe il rosa antico e prezioso, sarebbe un rosa sfumato dai colori del tramonto, uno strano effetto ke la luce del sole crea riflettendo su ciò ke al mondo c'è di + stupefacente... la naturale bellezza della semplicità! sarebbe un fiume in quiete, tranquillo spesso impenetrabile da occhio nudo, così mite e silenzioso, pronto a lasciarsi sfiorare dal vento ma senza incresparsi, senza irruenza, senza rabbia nè rancore, pronto a cullare e accogliere qualsiasi cosa, ma con fare materno e disponibile! pronto a specchiare qualsiasi cosa, a riflettere il bello ke lo circonda ma così portato a non mostrare l'immenso ke contiene sotto la superficie! Un fantastico fiume in quiete... pieno di vita, pieno di energia e forza, ke se solo volesse, potrebbe straripare e inondare ogni cosa, come fa con la vita di chi lo guarda + attentamente e scopre l'infinito che possiede... Ma un po' per paura, un po' per la poca fiducia ke ha di se, preferisce la quiete... preferisce stagnare e lasciare ke la sua naturale bellezza si manifesti da se come le ninfee che continuano a sbocciare e a rendere il tutto ancor più magico e fantastico...


SAREBBE UN QUADRO... e io ogni giorno ho l'onore di VIVERE L'ORIGINALE...
...GRAZIE...

venerdì 2 luglio 2010

un giorno GUIDATI DA STELLE SICURE.... ci ritroveremo in qualke angolo di posto lontano...

"Per tutto il tempo di questa mia brevissima esistenza, sono stato cullato e accompagnato da una stupenda sensazione d'amore! Ogni minuto in più che passava cresceva in me la voglia di scoprire questo posto stupendo che tutti chiamano mondo... Cresceva in me la voglia di innamorarmi di ogni cosa, perché sentivo e percepivo lì, a pochi centimetri da me,la forza di ogni forma di vita. Ogni mattina svegliavo mia madre agitandomi un po', così, per ricordarle che c'ero e che da lì a poco avrei riempito il suo mondo con la mia sprizzante allegria, ogni mattina come ogni momento della giornata lei accarezzava il suo ventre e con amore mi diceva "vivo per te!" Non ho mai pensato che la vita fuori fosse facile, non l'ho mai pensato perkè lei me lo ripeteva ogni sera, quando, sdraiata sul suo materasso, si metteva a piangere. Non sapevo di preciso perchè piangeva, pensavo forse perchè papà non era accanto a lei quando stava male, forse perchè il materasso era scomodo, pare che le molle le graffiassero la schiena, o forse perchè era sporca e nessuno voleva starle vicino. Si un giorno sentii qualcuno che le disse :"per favore non mi tocchi che mi fa schifo, vada a lavorare invece di dar fastidio alla gente!" Io sinceramente pensavo che la mia mamma fosse davvero molto brutta perchè nessuno la volesse vicino. Ma a me piaceva così, e anke se la sentivo sempre stare male, io sapevo che il mondo era bello, perchè se in un posticino così piccolo, come la sua pancia, io potevo sentire così tante belle emozioni chissà fuori quante cose e persone belle avrei potuto incontrare. Sentivo spesso i bambini giocare con palloni e biciclette, li sentivo correre e ridere e non vedevo l'ora di poter finalmente correre anch'io con loro... Sapevo anke che papà era una brava persona, ma che nella vita avesse fatto molti sbagli, e che presto sarebbe tornato da me per aiutare la mamma a tirarmi su.. sapevo tutto ciò, ed ero pronto a fare molte cose, a giocare, ad andare a scuola, ad aiutare i miei, magari chiedendo i soldi per strada, io volevo vivere...



ora lo so perchè mamma piangeva, ora so che mamma aveva ragione, che per noi non c'è posto in questo mondo, so che non vedrò mai la luce del sole. Non so se ci sia un parametro per decidere chi stia nel giusto e chi sia dalla parte sbagliata, forse meritavo questo, o magari ho pagato per colpe che non erano mie. NON VEDRò MAI LA LUCE DEL SOLE, ma non è questo che mi fa male, ciò che mi rattrista è sapere che nonostante tutto l'amore che ci nutre fin dal grembo materno, CI SONO UOMINI CHE RIESCONO AD ODIARE DI PIù DI QUANTO AMANO... non so se sia paura o solo una debolezza so ke per questo io non avrò un posto nel mondo, e nessuno pagherà x questo..."

Giacomo
http://www.carta.org/campagne/diritti%20civili/19719

martedì 22 giugno 2010

ovunque...questa è libertà...



Verdi campi, distese sterminate di erba, interminabili prati fioriti e teatrali tramonti. Dolci brezze che al mattino accarezzano dolcemente le mie guance mentre assaporo i colori tenui di discrete albe, mentre colgo con occhi socchiusi le sfumature cangianti del sole che torna a far luce nelle città addormentate, nella natura brillante delle foglie impreziosite dalla brina. Non il sonno rallenta lo spalancarsi delle palpebre, ma il desiderio di restare ancora un po' in equilibrio in quell'attimo magico, in cui il sogno si confonde con la realtà, una realtà che diventa uno stupendo scenario luminoso nel quale ambientare ogni piccolo mio desiderio. Il tepore del primo calore scalda la mia pelle, quasi estasiata da tanta vita, ogni energia mi attraversa. Rivolgendo lo sguardo lì, dritto verso il punto più luminoso, tutto comincia ad essere meno nitido, abbagliante, confuso. C'è il blue, c'è il bianco, c'è... Nulla di definito! Slegato da ogni vincolo, sgombro da ogni imposizione, è tutto così meravigliosamente modellabile! Facilmente adattabile a ogni illusione. Nulla di artificiale, tutto contemporaneamente fuori e dentro la mente... così insolito ma così reale! Gustare me e ogni mia sensazione, ascoltare il vibrare lieve e silenzioso di ogni frammento del mio corpo, avvertire l'illimitato spazio della mia mente! Cogliere in un attimo la caducità delle mie stupide convinzioni, la futilità dei labirinti artificiali nel quale mi incammino giornalmente alla ricerca di... NIENTE. Non ho nulla in mano, ma sono viva, sono io, sono LIBERA...
Non perché io sia qui, ovunque... questa è la libertà!

venerdì 11 giugno 2010

sono le sfumature a dare vita ai colori...



il motore di un aereo che passa, la portiera di una macchina ke si chiude, il vento che solleva una tenda, una foglia ke si posa a terra, il cinguettare di un uccellino, la mano di un padre che accarezza suo figlio, il primo raggio di luce ke entra dalle finestre al mattino, la corrente di un fiume ke trascina i rami secchi, una formica ke trasporta una briciola, la goccia che cade da un balcone dopo la pioggia, gli occhi stanchi che si chiudono, le pagine di un libro che vengono sfogliate, la kiave ke ruota nella serratura, un frutto che cade dall'albero, l'autostrada deserta, i primi passi di un bambino, il primo fiore che sboccia a primavera, una donna ke prende la busta della spesa, il semaforo che diventa verde, il caffè ke fuoriesce dalla macchinetta, una lacrima che scende giù per la guancia, un accenno di sorriso, il tickettare di un orologio, l'extracomunitario ke mi porge un volantino, il ronzio di una mosca,un bicchiere ke si lesiona, l'accenno di un sorriso, un respiro...

Attimi, sensazioni, particolari, dettagli, BRIVIDI... ogni cosa ha un senso...

venerdì 4 giugno 2010

la mia casa è insieme a me dovunque vada...




"Da molti anni non mi chiedo più
quale posto è la mia casa
e ho scoperto che la mia casa
è insieme a me dovunque vada
cammino senza legami
ho solo il vento che mi insegue
e il tempo non mi riguarda
perché il tempo mi appartiene."


E sento il vento che agita le balze della mia gonna, lo stesso vento che agita le balze delle gonne di ogni donna, sento l'aria che mi entra dentro, la stessa aria che è aria per ogni persona, sento la terra sotto i miei piedi, la stessa terra che calpesta ogni persona, mi sento donna, ma non come ogni altra donna! La musica si ferma io continuo a ruotare, perchè il ritmo mi scorre nelle venne, ballo seguendo i battiti del mio cuore. Una danza magica la mia, mi porta dove voglio andare, si nutre di ciò che gli altri non reputano più utile, e dietro ogni piccolo particolare ogni giorno impersonifico qualcun altro... iniziò a 15 anni questo mio fantastico navigare da una personalità all'altra, un piccolo specchio lesionato, piccolo ma così fine e raffinato, immaginavo per anni avesse riflesso l'immagine di qualche nobildonna, in quella splendida cornice vedevo il mio volto! raccolsi il ciuffo nero e ondulato che copriva parte del mio viso, e mi sentii pronta per un ballo a palazzo...
oggi sono semplicemente io, pronta a partire per chissà quale città o terra lontana, non so domani su quale strada sarò, non so domani quanta gente mi guarderà con disprezzo mentre dai cassonetti maleodoranti cercherò un'altra personalità nel quale naufragare...

domenica 23 maggio 2010

alla ricerca di Zorba...




Si sentiva persa e sola la piccola Fortunata, non sapeva chi era, non conosceva il senso del suo esserci. Spesso si aggrappava a ciò che sentiva dire dalla gente, cercava nelle parole degli altri qualcosa ke potesse rispondere alle sue mille domande! Alcuni dicevano fosse un "prodotto riuscito male!" o magari non riuscito affatto, troppo piccola, troppo ingenua e poco determinata, troppo stupida e spesso sognatrice! Altri dicevano che era destinata a fare grandi cose... Così, un giorno pensava di essere un gabbiano e gli altri giorni metteva i piedi x terra e si accorgeva ke quelle ali lei proprio non le possedeva! "Un gabbiano senza ali nn ha ragion d'esistere!" si diceva. Da quando aveva abbandonato il nido non faceva altro che scontrarsi con tutti i suoi limiti, ogni giorno si accorgeva di non conoscersi affatto, ogni giorno in questo mondo si sentiva soffocare! Senza sogni, senza passioni, senza obiettivi! Lei era estranea a questo mondo ma soprattutto a se stessa! C'erano giorni in cui le sembrava quasi di respirare, vedeva qualcosa x strada e iniziava a fantasticare, le sembrava quasi di riconoscere un po' della fortunata che x molto tempo aveva vissuto in giro ma tornando sempre al suo nido, ma tutto ciò durava poco... Aveva letto di se, che avrebbe trovato qualcuno molto diverso da lei ke le avrebbe insegnato a volare, e ogni giorno Fortunata cercava la sua Zorba... forse un giorno col suo aiuto capirà...

venerdì 21 maggio 2010

Una speranza che cammina...

Rimase senza parole... forse spaventata da tutta quella forza! Ma non lo diede a vedere, tornò nella sua stanza e come ogni sera guardò un film... eppure era distratta, quelle parole un po' la cambiarono dentro! Ogni giorno qualcosa la cambiava dentro, ma quelle parole la fecero sentire quasi persa, persa e insignificante! Spesso pensava alla sua vita, pensava alle persone ke aveva incontrato, ognuna diversa, ognuna una sorpresa... Ma quella era davvero una forza della natura... Nella sua tranquillità, nella sua umiltà e semplicità si celavano forza e speranza! Ogni sua parola sapeva di vissuto! E cosa poteva darle? Nulla... Da quel miracolo poteva solo ricevere! Ogni conquista era sudata, ogni traguardo celava un percorso fatto di sacrifici, lotte, ostacoli e spesso di sofferenze! Vicino a lei si sentiva piccola e insignificante, la sua "pseudo maturità", le belle parole che spesso sapeva dire non avevano più senso, le sapevano d'ipocrisia, di qualunquismo! Non sono le parole, sono i fatti, sono gli attimi, sono le scelte, sono le decisioni... Hanno più senso di mille parole, parlano ad ogni persona di qualsiasi nazione senza bisogno di tradurre... Forse a tutte queste sensazioni si mischiava un po' di rabbia! Ma quando si accorse che la rabbia a lei non apparteneva, si sentiva ancora più stupida... Com'era possibile che non c'era un filo di rabbia nella sua voce? Come? E non era ipocrisia, era pura realtà! Si trovava davanti l'esempio vivente della bontà... della speranza...

domenica 16 maggio 2010

l'infinito nei suoi occhi...


Ogni alba una partenza, ogni tramonto un ritorno, ogni giorno un'avventura!
Tutto l'occorrente al proprio posto, ed eccolo lì, lo vedo pronto ad accendere i motori, pronto a squarciare il pelo quieto dell'acqua, carico di speranza, un'occhiata alle reti vuote che gli ricordano il suo obiettivo e basta un attimo per vederlo sparire, inghiottito dalla linea poco marcata dell'orizzonte, in quel mattino nuvoloso...
Spesso si ferma, spegne i motori, assapora l'aria! sa quasi di libertà, sa di carezza, sa di quotidianità. Si lascia cullare e ascolta il mare, ogni giorno gli parla, gli racconta di natura, gli racconta di Dio... Tutto quello che lo circonda gli racconta di Dio! Il suo amico mare, da sempre generoso, è il confidente più fidato, non racconta a nessuno i suoi più intimi pensieri ma ascolta e spesso, col suo silenzio, rivela sagge riflessioni e utili consigli! Il buon vecchio mare ne ha vista di gente come lui, ne conosce di questi uomini umili, spesso intimiditi da un mondo fatto di oratori, avvocati, scienziati... Così si sentiva anche lui... Era un umile pescatore che, ogni giorno, confidava nella generosità della natura per poter assicurare una vita dignitosa ai suoi figli, ogni giorno pregava Dio affinché per loro fosse diverso, perché i suoi piccoli non si sarebbero mai dovuti sentire inadatti in questo mondo! Il suo status spesso lo metteva in imbarazzo, quelle mani maleodoranti per gli altri, erano la sua vita! erano la prova della sua dedizione, del suo impegno, spesso del suo sacrificio! Ma era felice! Il suo mondo era il mare, la sua vita era la sua famiglia e il suo cuore era pieno di orgoglio!
Amava il suo lavoro, amava quella dolce melodia che ogni giorno ascoltava, le note del silenzio, l'armoniosa sinfonia della natura! Odiava il mare in burrasca, lo costringeva a restare a casa, quel suo buon vecchio amico era cocciuto, sempre convinto che spesso i pescatori hanno bisogno di stare un po' con i piedi per terra... così ne approfittava per agitarsi un po'... Ma il pescatore queste sue decisioni non poteva approvarle! Così in quei giorni era nostalgico e malinconico, gli mancava quello spettacolo! Perché ogni giorno sulla sua "bagnarola" assisteva al miracolo della natura, ogni giorno il pescatore si sentiva parte fondamentale del creato... Ogni giorno percepiva , con tutti i suoi 5 sensi, l'amore...
Eccolo di ritorno, i piedi sono di nuovo ben saldi a terra, le spalle curve raccontano di una soddisfacente giornata di pesca, i suoi occhi... bè...l'infinito nei suoi occhi...