mercoledì 20 ottobre 2010

ai tepori di un tempo passato



... il fuoco bruciava lentamente, consumava la legna, la brace aumentava, il calore si diffondeva nella stanza. Lo scoppiettare della legna si mescolava al rumore della pioggia che batteva sui vetri... illuminati come in un tramonto, avvolti in uno splendido tepore, assaporando la quotidiana sensazione di casa! Lei, col viso stanco, le rughe a delineare i contorni, a raccontare una vita di sacrifici, le mani non filavano più la lana, le guance non erano più paffute come un tempo... lei era lì, un ricordo sfocato il suo, ricordo quel respiro affannato che dava il tempo ad ogni suo passo, ricordo le dolci carezze di una nonna... Affianco a lei una sorella, serena in volto, assente da ogni discorso, lontana da ogni situazione! Il tempo per lei si era fermato agli anni dolci del suo romanzo d'amore, vissuto in un paese lontano, tra le gioie e le scoperte di una vita insolita per le donne del suo tempo... il suo cuore infondo non aveva mai abbandonato gli anni dolci delle amicizie, delle follie, dei viaggi e delle scoperte, un legame talmente forte da non voler più udire nessun altro suono, nessun altro rumore, nessun'altra voce, nessun'altra musica... Tra tanti respiri, in un vecchio cesto si udivano le fusa di una gatta raccolta qualche tempo prima per strada, un dono insolito della natura, insolito per quella particolare umanità che la caratterizzava! come se in quel posto ci fosse sempre stata, l'aveva scelto e di quel tepore ora era parte integrante! ...

ma il fuoco si spegne lentamente, e mentre la fiamma si affievolisce il tepore diminuisce... resta la brace, un divano vuoto, un cesto con della legna, il ricordo di respiri, fusa, sguardi, carezze... il brivido del tepore di un tempo e l'amara consapevolezza che è passato, che quella casa è un po' meno casa, che sono cresciuta...

...una moltitudine di ADDII...

lunedì 11 ottobre 2010

malati di vita..

è un respiro affannato, un verso stanco, a stento qualche movimento e un album di ricordi alle spalle... a ritroso la vita... lentamente!
come una cassetta su cui registrare nuovamente, una cassetta che parte dal niente per poi riavvolgersi e tornare al niente... dove erano i primi passi ora gambe gracili troppo deboli per sorreggerti, dove i primi dentini ora labbra raggrinzite, dove le prime parole ora una serie di versi stanchi! una montagna di tutto alle spalle, una montagna di niente... e infanzia, e gioventù, e amori, e sguardi, e sorrisi, e fatiche, e traguardi, e incontri, e amici, e passanti, e nuvole, e rughe, e gioie, e... in mano niente, delle dita troppo arrugginite per afferrare, troppo deboli per stringersi in un pugno, troppo curve per accennare una carezza! in bilico tra la speranza dell'infinito e la paura del niente... in fondo siamo tutti malati terminali, malati di vita, ma senza saperne la durata esatta!