domenica 29 luglio 2012

e mi fa sospirare così.

mi fa girare la testa con quelle sue forme pronunciate, e ne è cosciente, ne è così consapevole che continua a sedurmi lasciando che il vento la scompigli ma non troppo, lasciando che il sole la baci fino a riflettere screpolature e morbidezze di natura, lasciando che possa farmi cullare e massaggiare dalle profondità limpide dei suoi mari, così abitati, così dirompenti e spesso così macchiati di indecenza. Abbonda di umanità, abbonda di sensualità e bellezza, abbonda di crudele intelligenza, perfetta creazione sfregiata solo da puntini in continuo movimento che la violentano, la sbattono, la usano, la violano. Lei si concede e riconcede, ma satura di male rigurgita, e spesso uccide, e spesso si spegne e spesso allontana. Soffre e la sento soffrire, e amo quella sua sofferenza, che è una passione, una via crucis di prove, una sensibilità, è una madre che allatta, accoglie e allatta. Io la amo, come nessuno potrebbe capire, la amo con quelle sue strade così difficili da percorrere, con quelle sue oasi così difficili da raggiungere, la amo con i suoi bagni di sangue, e le sue guerre, la amo con le sue contraddizioni e quella grinta nel rinascere e ricostruire. Io la amo quando tenta di rimediare al male che su di lei si è insediato e ha messo radici, quando copre gli scempi e lascia che il vento ne cancelli le tracce, la amo perchè è madre, è grembo, è culla, la amo perchè semplicemente guardandola do un senso a tutta la mia vita.
Alla mia terra, alla vita che la coltiva.

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