sabato 10 marzo 2012

Una serenata per te... Caterì..

"...Catarì, Catarì,
Pecchè me dice sti parole amare,
Pecchè me parle e 'o core
Me turmiente Catari?

Nun te scurdà ca t'aggio date 'o core, Catarì
Nun te scurdà!..."

E il cielo in questa notte potrebbe farmi impazzire, e il cielo in questa notte mi avvolge come un mantello, cielo tempestato di brillanti, cielo immenso e silenzioso su questa verde campagna illuminata dal solo chiaro di luna, le spighe si piegano al soffio lieve di questo vento che porta aria di mare in questa notte d'agosto.
le spighe si piegano ad ammirare questo cielo, quest'enorme spettacolo della natura, così muto e melodico, si piegano per goderselo meglio.
E potrei esplodere, il cuore lo sento ovunque, da quando incrociai per la prima volta i suoi occhi, da quando da lontano ci scambiammo un po' di noi senza parole, sfuggendo agli sguardi indiscreti del paese, perché questo amore è così nostro, così silenziosamente magico da non sgretolarlo con inutili parole, da non lederlo tramite frastuoni ma lasciando che si culli al suono delle nostre emozioni.
Un attimo, e gli avrei donato me stessa senza esitazione.
E ora penso che questo cielo avvolge anche lui, e che questo calore, questo principio d'esplosione lo so che ci accomuna, lo sento ed è sempre più vicino.
Così vicino da vederlo, illuminato solo dalla luna, come un film in bianco e nero, si fa spazio fra il grano, attraversa i campi... è lui, è qui, per me.
Eccolo sotto la mia finestra l'uomo della mia vita, eccoti compagno di questo e di mille altri cieli.

La immagino così quella notte che ci hai solo accennato.
Grazie Caterina per la tua bellezza, grazie perché ami ancora come in quella notte.

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