lunedì 10 dicembre 2012

punti di equilibrio instabili.

A volte il dentro arriva fino alla punta della lingua e non si schioda da li, basterebbe un colpo di tosse a scaraventarlo fuori, un colpetto sulla schiena per smuoverlo, un giovane coraggioso ad estrarlo, eppure resta li e non si smuove fino al pronto intervento di squadra di geniglosso, ioglosso, stiloglosso e pataloglosso, che laboriosamente lo impacchettano e rimandano al mittente.
è una grossa fatica, tutto quel lavoro muscolare, eppure è più facile di un veloce e indolore colpo di tosse... La bocca resta asciutta, spesso resta un gusto acre, e la nostalgia di quel sapore di cose vissute troppo, cose così giuste per le nostre papille gustative da esagerare!
Sarebbe così semplice rigurgitarle fresche, giovani e profumate. Fermentano nello stomaco fino a quella sensazione di gonfiore così sgradevole.
Ma quando finalmente il gonfiore passa, non c'è sazietà, ne soddisfazione, forse un po' di nostalgia, solo il rimpianto di aver trasformato il mondo, averlo privato di legami, di forza, di consistenza, averlo lentamente perso così.
E chissà su quella punta cosa poteva accadere.

ci sono punti di equilibrio davvero troppo instabili.

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